Da un click esplorativo a un click riflessivo; verso uno slow learning

Meirieu (Meirieu P., 2008) analizza il rapporto fra televisione e bambini e il senso di onnipotenza che il telecomando può dare. Alcune di queste analisi possono essere riferite alla relazione che si instaura fra piccolo, ma anche adolescente e adulto, e web.

L'autore parla di siderazione come incapacità di distanziarsi dall'oggetto che si sta guardando; si resta imbambolati a guardare, più che l'oggetto, il proprio sguardo.
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Il fenomeno della siderazione non sembra essere un problema che esiste nella rete. ...............................
Questo non è sempre vero.
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La siderazione vive in un rapporto simbiotico con il telecomando il cui uso, senza controllo, conduce a un forma di regressione infantile guidata da una onnipotenza anch'essa infantile. L'autore parla di telecomando e televisione, in questo contesto sposteremo le analisi riferite al rapporto con la televisione a quelle che fotografano il rapporto con il web attraverso il mouse.

Meirieu (ivi, pag. 95), parla di quattro principi che, combinati, portano alle forme di onnipotenza e regressione infantili. Questi sono: il principio della miniaturizzazione ludica , della connessione diretta del soggetto con il mondo , del passaggio all'azione immediata , della sovrapposizione totale tra realtà virtuale e realtà concreta .
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10.1. Slow learning

Ovviamente con il mouse si possono incontrare situazioni simili a quella che abbiamo presentato, ma è possibile evitare che si verifichino. ………………………………
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Se consideriamo come esempio il web, è indubbio che fra le caratteristiche emergenti di questa tecnologia ci sia la velocità di trasmissione delle informazioni. ………………………………
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Non solo e sempre azione e reazione simultanea, non sempre una veloce riflessione su un post di Twitter, di Facebook o di un blog per poter essere il primo che risponde ad una sollecitazione, ma anche ponderata meditazione che restituisca un intervento robusto, piuttosto che uno veloce, più visibile, ma che rischia di affogare nella più totale insipienza.

Un secondo, significativo aspetto riguarda la consapevolezza del senso di evento.

Nell'indicare le proprietà di una buona narrazione, Bruner (1992, pag. 60) fa riferimento a Kenneth Burke (1845) quando afferma che una buona drammatizzazione deve avere cinque unità: attore , azione , scopo , scena , strumento ; ciascuna con una propria funzione: la scena delinea l'ambito in cui si svolge l'azione che un attore compie, con un determinato strumento, per raggiungere un certo scopo.
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Si esce definitivamente dall'ossessione del click esplorativo e si entra in una dimensione di click riflessivo , in un ambito complessivo di slow learning , nel quale ci sia una costante giustapposizione fra azione e riflessione.