Tecnologie di sostegno

In base alla modalità di uso, possiamo individuare una ulteriore classificazione interna a quella delle tecnologie di sostegno: tecnologie per presentare e tecnologie per facilitare (mediatori).


2.1. Tecnologie per presentare

Le tecnologie per presentare sono riferibili essenzialmente alle tecnologie web. La caratteristica fondamentale è legata ad un loro elemento essenziale: il video, attraverso il quale l’utente riceve informazioni dalla rete ed è facilitato nell’operare in rete.
Si va da situazioni nelle quali è prevalente il flusso in direzione dell’utente ad altre nelle quali esso è frammentato in segmenti dettati e prodotti da forme di interazione multiple, cioè il variegato mondo che racchiude altri utenti e/o applicazioni con le quali interagire.

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Diversi approcci sono stati realizzati, seguendo impostazioni epistemologico-didattiche a volte diverse e a volte convergenti. Si va dallo sviluppo di azioni formative nelle quali è prevalente la direzione di presentazione unidirezionale rete→utente (con un approccio all’apprendimento di tipo sequenziale, simbolico, ricostruttivo (Antinucci F., 2001), amplificato, arricchito e spesso guidato da flussi di presentazioni multimediali), a forme maggiormente orientate alla dialogicità, alla riflessione, alla interazione nelle quali il flusso informativo docente→studente è uno dei diversi esistenti ed è alla pari con altri.

Approccio unidirezionale

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questa modalità di presentazione lunga viene applicata anche in nuovi contesti e con originali metodologie di insegnamento/apprendimento, quali il flip teaching.
Il flip teaching (insegnamento rovesciato) predica un rovesciamento: non più lezioni in aula e compiti a casa ma lezioni a casa e compiti in aula.
Utilizzando apposite piattaforme (possono essere pubbliche come YouTube o anche private), è possibile erogare dei contenuti da studiare attraverso dei video, magari mettendo a disposizione anche dei dispositivi per comunicare quando si ha la necessità di risolvere eventuali problemi, utilizzando quindi il tempo in aula non per lezioni dalla cattedra, ma per sviluppare compiti ed esercizi su quanto già esaminato. Si realizza in tal modo un blended learning (forma di apprendimento misto: in parte online e in parte in presenza), con momenti di autoapprendimento e altri di esercitazioni, attraverso le quali il docente può chiarire dubbi e migliorare l’apprendimento facendo la sua lezione nell’interazione con gli studenti. In definitiva, l’allievo studia il tema autonomamente (attraverso delle presentazioni video e/o su supporti cartacei) e in aula cerca di applicare ciò che ha acquisito. Diviene essenziale, in classe, lavorare con metodologie orientate alla realizzazione quale, ad esempio, il Project-Based Learning  o il Problem-Based Learning .
Il ruolo del docente, di conseguenza, non è quello di somministrare contenuti, ma di essere tutor durante il lavoro degli studenti in aula.

Conoscenza personale

Nell’ambito che predilige un apprendimento attraverso azioni formative nelle quali è prevalente la direzione di presentazione unidirezionale docente→studente o, nella forma che coinvolge le tecnologie, nella direzione rete→studente, l’allievo forgia la propria conoscenza in modo autonomo; con sacrificio plasma quella che Rullani chiama una sua conoscenza personale (Rullani E., 2008, pag. 21); legge libri o ebook in rete o guarda dei video che evocano ricordi, aspettative, sogni; comunque si connette con il suo vissuto. È solo idealmente collegato con altri studenti che, come lui, studiano gli stessi testi .

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Approccio dialogico

Nel secondo caso, che abbiamo descritto con caratteristiche maggiormente orientate alla dialogicità, alla riflessione, alla interazione nelle quali il flusso informativo docente→studente è uno dei diversi esistenti ed è alla pari con altri, le tecnologie tendono a perdere la loro invasività verticale per assumere una consistente, ma sempre più trasparente, presenza orizzontale.

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Conoscenza sociale

Se, nell’ottica di una new education, si agevolasse il passaggio da una visione dell’apprendimento legata a un percorso personale per passare a una situazione nella quale fosse possibile suggerire e copiare, si avrebbe un’ottimizzazione nello studio (Rullani E., 2008).

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2.2. Tecnologie per facilitare (mediatori)

Facciamo riferimento alle tecnologie che si pongono fra lo studente che apprende e l’oggetto dell’apprendimento; il loro scopo è quello di facilitare il processo di apprendimento introducendo delle rappresentazioni che possano aiutare nella comprensione. La direzione non è quella di ridurre la complessità, bensì di farla comprendere, assimilare.
Un esempio di tecnologia come mediatore è la simulazione.

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